Il rumore dell'esplosione fu udito a 1000 chilometri di distanza. A 500 chilometri alcuni testimoni affermarono di avere udito un sordo scoppio e avere visto sollevarsi una nube di fumo all'orizzonte. L'onda d'urto fece quasi deragliare alcuni convogli della Ferrovia Transiberiana a 600 km dal punto di impatto. Si ritiene in base ai dati raccolti che la potenza dell'esplosione sia stata compresa tra 10 e 15 megatoni (40-60 petajoule).
La voce si sparse e il mondo apprese con curiosità e paura la notizia di questo sconvolgente avvenimento.
Da una parte: curiosità, tutti volevano dare una spiegazione a questo fenomeno,
dall'altra la consapevolezza della nostra vulnerabilità dinanzi alla furia della natura.
Purtroppo, prima la rivoluzione russa, e poiu la cortina di ferro limitarono molto le indagini, facendo andare in fumo le poche prove che si potevano ottenere analizzando da vicino il luogo dell'impatto.
Molte sono state le ipotesi riguardo all'ogetto che colpì la zona: molti avanzarono l'ipotesi di un'UFO CRASH, altri pensarono ad un bolide oppure ad un passaggio di antimateria.
Fatto sta che negli anni sucessivi molte spedizioni furono organizzate, tra cui le due più importanti concepite nel nostro paese, una nel 91' e un'altra negli ultimi 5 anni.
Tutte e due le spedizioni, dopo accurati esami, arrivarono a dire che l'esplosione (pari a 1000 bombe atomiche di Hiroshima) era stata causata da una cometa-meteorite che avrebbe creato il vicino lago di Cheko.
Questo lago è di origine diversa da quelli circostanti, formatosi in seguito ad uno scioglimento glaciale, aiutato anche da un'origine carsica del terreno.
La verità è la nostra libertà
2 commenti:
Fra l'altro fu una spedizione italiana a risolvere il mistero. Sbaglio? Mi pare di ricordare notizie giornalistiche di qualche anno fa.
Riferendomi al mio intervento precedente, intendevo dire che le prove decisive furono scoperte da italiani i quali non si limitarono a confermare lavori precedenti altrui.
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